Il confessore
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Backstage, più precisamente, zona infermeria. Il personale medico della TWS ha da poco terminato cure e rattoppi di routine per Marguerite Clairvaux. Piena di ferite un po’ ovunque e vistosamente imbardata in virtù dell'infortunio rimediato alla clavicola, la francese sta seduta sul lettino. Ha dovuto sopportare la crudeltà dei pezzi di vetro che le hanno tagliato il volto, la brutalità dei pezzi di lego che altresì hanno duramente provato il suo spirito, ma può indubbiamente dirsi vincente. Questo momento forzatamente contemplativo porta con sé la calma e il rilassamento del successo, per la prima volta nella sua giovanissima carriera di wrestler.
???: Non chiedo altro che il privilegio di avere un’udienza con l’appena incoronata regina dell’hardcore.
Un’intrusione interrompe il momento contemplativo. Fortunatamente è gradita, come capiamo dal sorriso, pur sommesso in virtù del dolore, che si dipinge sul volto della ragazza.
???: Vostra altezza, mi perdonerà se purtroppo non porto meco la corona che meritereste.
Si tratta di Aaron Lahart, per la sorpresa di nessuno. Sorprendente, piuttosto, è quello che nella sua testa, solo nella sua testa, doveva essere un tentativo di far ridere. Mentre si siede in prossimità dell’obbligato giaciglio suggerirei di identificare il gioielliere e pure il dizionario di questo psicolabile.
MC: Concesso. La corona la impegnerei volentieri per riavere la spalla tutta intera però, che si sappia.
Anzi che gli da corda, siamo sul banco dei pugni. Ciao Calvin. Comunque ''C'è poco da ridere''.
AL: Qualsiasi cosa io possa provare a dire non riuscirebbe mai a renderti giustizia. Non potevo che tornare esattamente oggi, sembrerebbe.
E lo sanno entrambi. La cupezza che appesantisce Lahart, crucciato dalla pena che le condizioni della ragazza non possono non causargli, è fortunatamente stemperata da un orgoglio altrettanto forte. La performance di Marguerite è stata indubbiamente epocale.
MC: Come se non mi avessi fatto quasi perdere le speranze. Ma non erano nel pubblico i ruffiani?
Aaron alza letteralmente le mani.
AL: Tecnicamente oggi ne facevo parte, per tua volontà…
Un lievemente divertito cenno d’assenso di Marguerite ci conferma l’apologetica versione dei fatti.
MC: Ho semplicemente reso alla Spears ciò che le andava restituito. Del filo spinato per ogni mancanza di rispetto, del vetro per ogni insulto, del ferro per ogni sotterfugio tentato. Tutto dimostrando di essere più che pronta a pagare il prezzo di ogni mia rivendicazione.
E dille di no, vai.
MC: Ma a proposito di passato, quello è veramente chi credo che sia o il dolore mi sta facendo delirare?
‘’Come cazzo ha fatto a entrà questo?’’
AL: Era lui, almeno in apparenza. Il che significa che sono obbligato ad agire. Parliamoci chiaro: è talmente compromesso che l’unico motivo per cui ho ottenuto questa possibilità è da ricercarsi nell’imprudenza di Nandy. Potrebbe tranquillamente essere l’ultima.
Grazie signor GM, emote del dollaro.
MC: Un altro tentativo disperato, mh? Sono sempre più convinta che prima o poi il nostro buon cuore ci ucciderà, ma ho sempre amato le storie a lieto fine, non ti fermerò…
È fatta (?)
MC: A patto che tu tenga alta la guardia.
Ah, T U T T A V I A…
MC: Magari potrebbe sembrarti ipocrita, visto che te lo dico proprio stasera, in queste condizioni, dopo tutto quello che mi sono imposta di sopportare, ma dovresti aver capito quello che intendo. Mi sono spinta a tanto perché sapevo che c’era ancora qualcosa da preservare, da salvare. Nella grandezza del passato ho trovato una forza che potesse illuminare il presente, nella bellezza del ricordo, il dono di un vero futuro.
La fruttuosa ricerca.
MC: Però questo è diverso. il Raven che rammenti potrebbe non esistere più. Sospetto che quella persona potrebbe essere degenerata così tanto, ormai, da non meritare nemmeno un posto nella tua memoria. Il ricordo rischia di regalarti solo a un’altra delusione. come è stato per Kenta Shibata.
Un monito il quale, pur essendo stato espresso con compostezza, tuona: che il passato non si trasformi in feticcio.
MC: Non voglio che tu dia di nuovo tutto per qualcuno che non vuole assolutamente essere salvato. Stai attento, ok?
Non siamo di fronte all’utilizzo di particolari carismi, a una scoperta profetica. È puramente una genuina preoccupazione dettata da semplice buonsenso e Aaron ne è consapevole. Lo sguardo esitante che dall’alto in basso incontra gli occhi della Venerabile ce lo testimonia. Non rinuncia, tuttavia, a spiegarsi.
AL: Visitali con la tua grazia, perché, morti a se stessi, vivano nella vera e perfetta luce.
Bel tentativo, ma non funzionerà nemmeno questo, stranamente. Dovrai essere più convincente.
MC: Promettimelo.
Non hai alternative, amico mio.
AL: Te lo prometto, come ti prometto che non finirà come con Shibata. Non sono mosso solamente dalla compassione, stavolta. È la mia opportunità di essere finalmente onesto, di restituire ciò che devo rendere, come hai fatto tu. Detto ciò non sono così stupido da pensare che la salute di un’intera promotion sia meno importante di un mio Title Reign. Questo Red Revolution Raven sarebbe disposto a bruciare la tutta la TWS, se servisse ad alimentare il suo ego morente per un secondo di più.
Ecco. Non avrebbe mai nemmeno concepito un’affermazione del genere, un tempo.
AL: Se non mi seguirà, saprò che l’unico compito che mi resta sarà quello di porre definitivamente fine alla sua parabola autodistruttiva a qualsiasi costo, spegnendo, con essa, tutte le sue patetiche aspirazioni residue.
Sì che muoia, consumato dalla carità.
Forse in onore di questo sforzo esplicativo, la Clairvaux infine acconsente, sospirando. Ci riserviamo comunque qualche dubbio sul grado di convinzione
MC: Che il Signore lo guidi, allora, come spero guidi te.
Camera Fades
Edited by Aaron Lahart - 25/4/2024, 04:36
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