Cronache de Il Poergol di D'annunzio

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    Secondo profilo di White

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    Il grigiore de li segmenti ad Egli – anzi a LVI – dedicati, impallidiscono dinnanzi al grigiore dell’umore del Nostro – che vi piaccia o meno – Mascherato. E’ stato obbligato da internet manager, curatori di immagine, patiti del marketing – ed altre professioni inventate e privi di sostanza, dunque figli della degenerazione del costume, e conseguentemente COMUNISTE – a presenziare ad un ‘Incontra-e-Saluta’ della Compagnia di Lotta Messicana, sua Guantanamo personale da un tempo incalcolabile. Il Destrissimo ha dimenticato il quinto giorno chi fosse Gigi Di Maio, il decimo Barbara D’Urso, al ventesimo di chi fosse la Gioconda, al secondo mese come si cucinasse la carbonara, e così via. Allo scoccare del terzo mese… non riusciva più a immaginare una odore che non fosse impregnato di Tacos. Ma nel suo essere però l’Italianità ancora permaneva e spingeva e lottava per non essere soppressa.
    L’incontro coi giovani fan concentrava in 30 minuti, il catalizzamento scrotale esperibile per il Pargol solo alla presenza di un Comizio del Cobas organizzato da movimentazioni studentesche che biascicano frasi rivomitate da terzi. Se avesse avuto un manganello… avrebbe abbracciato l’autolesionismo, perché brandirlo contro la folla gli avrebbe dato l’impressione di star solo affaticando il braccio senza ragione.
    Le domande erano tutte sulla “Coppa del Tacos”, “Qual è il record di giri che hai fatto per una headscissor?”, e “che ne pensi de El Primo del Abuelo de Mi Padre Jr?”. Insostenibile.
    Ma nemmeno LVI poteva soprassedere, quando un giovine reporter domandò


    Reporter “Que ne pensa de esto nuevo Stint? Tornerà a vestìr la gimmick de El Hijo del…?”

    Pargol: “TACI! MICROCEFALO!”

    Di D’Annunzio con gesto atletico ha quindi scavalcato il tavolo e si è fiondato in triplo carpiato sul Reporter sottoponendolo a un pestaggio brutale e sanguinolento. I ristoratori ambulanti che vendevano Nachos hanno mandato all’aria la loro copertura: erano forze dell’ordine in borghese. Ed hanno sedato la rissa regalando Nachos a tutti per far tornare a regnare l’armonia. Tutti sorrisero. Tranne il Pargol che è fuggito nel backstage!

    Pargol: “BASTA! BASTA! E’ UN INCUBO” – si diceva

    E correva nel backstage disperato, cercando una via d’uscita. Ma era tutto bloccato.
    Ne sentiva i passi. Si avvicinavano. Un suo collega vedendolo di mal umore provò ad avvicinarlo con un cordiale saluto, ma venne seminato.
    Il Pargol non sapeva che fare!
    Dovette trovare riparo in un camerino per sfuggire ai venditori di Nachos!

    Una stanza aperta. Con gesto fulmineo, divenne la sua stanza: si chiuse all'interno, ma non appena fece scattare la serratura... saltò la corrente.

    Pargol: “Al diavolo! Mi rifugerò qui per un po'
    Appena potrò, partirò. Stasera stessa!
    Basterà scavalcare il confine! Non può essere così difficile!”

    L’aveva detto ad alta voce. Un uomo in fondo alla stanza l’aveva sentito.

    ?? “Eheheh. Tu loco de un perro!”

    L’uomo era rannicchiato in un angolo. Anziano. Rachitico. Con la lunga barba bianca.

    Pargol: “Che hai da ridere, VECCHIO? Chi diavolo sei?”

    Uomo: “Yo soy Marcello Brambilla!”

    Pargol: “Ma… Marcello Brambilla… è un nome COSI’ italiano. Aspetta! Ma io mi ricordo di te!
    Sei una leggenda del combattimento Italico! Sei… davvero tu? Che ti è successo? Dicevano fossi sparito”

    Marcello: “Lo sono! Un desaparecido! ¿Cómo definirías a alguien que no esta en la Television da tanto tiempo?”

    Pargol: “Ma guardi che può parlare italiano con me eh”



    Marcello: “…Non puedo. Yo lo olvidé.
    Pargol. Soy aquì da Sesanta y Tres años!!
    Empezai a pedér dei match in Ameriga… y El Nonno de Walter Simond… Me spedì EN MEXICO per mellorar… pero nunca me llamó para tornar. él me engañó!!”

    Pargol: “Oh no!!”

    Marcello: “E questo potrebbe succedere anque a ti!”

    Lo punta col dito. Tipo quello di “Invasion of the body snatchers”

    Marcello: “Lo Meixcanos non puedon pasàr el confìn! Ma la verità es que lo Mexicanos…
    …non sono Mexicanos.
    La maggior parte della popolaziòn es costituita da gente ‘mandata a mellorar’ dai propri padroni insoddisfatti. Es toda una MONTADURA!”

    Calò il silenzio. La paura invase il copro del Nostro.
    Ma Carmelo aggiunse…

    Carmello: “Pargol… tu sei come nosotros. Tu… potresti non uscire da qui… MAI PIU’!”

    Il Pargol si meravigliò molto udendo parlare sì chiaramente questo sgraziato.
    Ma l’anziano siffatto, appollaiato su bastone, lo fissò senza aggiungere altro. Come se la sua anima in quest'ultima frase l’avesse effusa. Niente di nuovo egli pronunziò - nessuna penna egli agitò - finché in tono appena più forte di un murmure, LVI disse: «Non stronzeggiar con me, uccellaccio del malaugurio. Altri tempi e altri spiriti ci differenziano. Io non ho obnubilato il mio italico retaggio, duramente guadagnato: tu ci sei nato e non differisci dal Nero che pretende di doppiar Neri senza averne talento. Chi come me ha la tenacia per farlo, dal Messico tornerà…».
    Allora, l’anziano disse: «Mai più».

    Il Mascherato trasalì. La sua affermazione virulenta cassata in una emissione di fiato.
    «Senza dubbio – rispose il Pargol - ciò che lei pronunzia è tutto il sapere che l’è rimasto! Ha perso la speranza e la lucidità a furia di nutrirsi di simili intrugli. La sua Stella poi a dirla tutta era già misera nel fulgore degli anni, e se vuol saperlo le ho sempre tifato contro. Brucino con Mefistofele i Nachos e i Tacos di questo loco ameno, io tornerò a mangiar Spaghetti…”

    Rispose l’anziano: «Mai più».

    Benché fosse serratosi nel camerino parve al Destrissimo che l'aria si facesse più densa, infangata dal fritto di pollo e spezie piccanti ed aromatizzanti di qualche Paella.
    «Disgraziato! - esclamò - qualche burlone infingardo ti ha inviato a tormentare il mio animo ma io avrò memoria della mia amata Italia! Ho un obiettivo da compiere e popoli da rieducare. Non resterò a fare il saltinbanco e la mia missione ricomincerà!»
    Disse l’anziano: «Mai più».

    Furente il Pargol provò ad aprire la porta che egli stesso aveva chiuso, ma la chiave si era volatilizzata dalle mani come dalle tasche. A nulla valsero neanche pedate e spallate contro la prigione minore di una prigione più vasta: «Sogghigni, VECCHIO? Ti burli della mia Cattiva Stella? E' di certo più splendente di quella che attende ogni singolo collega che abita felicemente questo merdaio come fosse l'apice della sua carriera! Potessi bruciarli uno ad uno lo farei ben volentieri. Chiunque voglia restare qui è un autolesionista, e chi ci resta conscio del problema, è un debole. Se pensi che mi fermeranno ci proverò ancora e ancora ancora sino a che non saran stufi di fermarmi perché il dispendio di energie sarebbe soverchio! La differenzia tra ME e voi si vedrà».
    «Mai più».

    «Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio!» - urlò, balzando in piedi. «Ritorna tra le capriole e gli spotfest insensati! Non lasciare nessuna traccia Ispanica come una traccia della menzogna che la tua anima ha profferita! Lascia inviolata la mia solitudine! Sgombra il mio camerino e lascia che riposi!!”
    Disse l’anziano: «Mai più».

    Il Pargol invasato dall’ira si proiettò sull’anziano per liberarsene con la forza. Con le braccia al collo prese a stringere con foga e continuò a stringere. E quando il collo tuonò in un violento ‘crac’, per folle casualità… tornò la luce ne camerino.

    …e le mani del Pargol non stringevano che un manichino d’allenamento.

    La maniglia si abbassò... e dalla porta entrarono alcuni dei suoni entusiasti colleghi, muniti di torta e lingua di menelicche.
    Il Pargol fissò la scena confuso, più della loro confusione nel trovarlo in quelle condizioni


    Esperdanza: "Uh! Ti allenavi anche a quest'ora? Tu si che sei un professionista!!"

    Fuegito Jr: "Ed è per questo che abbiamo voluto farti una sorpresa. Sappiamo quanto sei stressato e quanto ti manca la tua Italia.
    Quindi ti abbiamo fatto un regalo dopo esserci informati"

    Fuegito, Esperdanza, Patatino, e tanti altri: "BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE, PARGOL!"

    El Patatino fa partire sul suo Cellulare a tutto volume 'Bella Ciao'.
    E il Pargol... tra i canti comunisti, i visi gioiosi di luchador mascherati che sculettano, e sotto la visione di una torta a forma di sombrero...

    ...comincia a piangere


    Esperdanza: "Aaaaaaaaaa qualcuno vuole un abbraccio!!"

    In gruppo si stringono attorno al Destrissimo che non fa che fissare il manichino a terra, e singhiozzare

    Pargol "'Mai più. Mai più...."

    Fuegito: "MA CHE MA CHE! Noi regali così se ti fan commuovere tanto te li faremo OGNI ANNO!
    PER SEMPRE! SEMPRE SEMPRE!!!"

    Zoom sugli occhi del Pargol

    batman-rain

    Edited by TuChiamaloPix - 26/4/2024, 19:16
     
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